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Quando il Cuore non segue il giusto ritmo


Il cuore ballerino (la fibrillazione atriale) è molto frequente nella popolazione generale che lamenta spesso di sentire la pulsazione cardiaca irregolare al polso oppure uno sfarfallio nel mezzo del torace etc.
Altre volte invece, in almeno un terzo dei casi, l’aritmia è totalmente silente cioè non provoca sintomi e diviene pertanto molto minacciosa.
La prevalenza (cioè il numero totale di persone che ne sono affette) della fibrillazione atriale è molto alta. Si calcola che in Europa lo 0,9% e negli USA lo 0,95% della popolazione generale presenti un qualche tipo di fibrillazione atriale aumentando progressivamente con l’aumentare dell’età.
Per raggiungere dopo gli ottanta anni un valore di circa il 10 %. L’incidenza della fibrillazione atriale (cioè il numero di nuovi casi per anno) è anch’essa molto elevata e rappresenta lo 0,18% della popolazione europea e lo 0,2% di quella americana.
In Europa ogni anno si osservano 1,5 milioni di nuovi casi. In Italia 120.000 nuovi casi di fibrillazione atriale vengono evidenziati ogni anno. Il 70 % di essi ha più di sessantacinque anni e assorbono risorse pari a € 5250 per paziente l’anno. Con l’incremento dell’età media della vita, la fibrillazione atriale è destinata a colpire sempre più persone. Si calcola che nel 2050 negli USA si avranno circa 5,6 milioni di persone affetti da questa aritmia. La fibrillazione atriale colpisce sia uomini che donne con un’incidenza maggiore nel sesso maschile (3,1 nuovi casi per mille abitanti maschi contro 1,9 per mille nelle donne).
La fibrillazione atriale può provocare embolie cerebrali con conseguente danno cerebrale temporaneo (TIA) o permanente (ICTUS). La prevalenza dell’ICTUS in Europa è stata stimata in 9,6 milioni di persone. Si ritiene che l’incidenza salirà a 1,5 milioni l’anno entro il 2025 con l’aumentare della percentuale di persone anziane della popolazione. Si ritiene che un caso di ictus  su cinque, circa il 20 %, sia correlato alla presenza di un’aritmia cardiaca quale la fibrillazione atriale. In Italia ogni anno si osservano 200.000 nuovi casi di ictus cerebrale. Ogni sei secondi una persona al mondo viene colpito da ictus. Una persona su sei nel mondo viene colpita da ictus nell’arco della sua vita. L’ictus è la terza causa di morte e la prima causa di invalidità.  La fibrillazione atriale è responsabile del 20 % degli ictus ischemici, che assorbono risorse pari a € 12.000 a paziente colpito. Gli ictus provocati dalla fibrillazione atriale sono abitualmente più gravi, sono più mortali e causano una maggiore disabilità. L’utilizzo precoce di un’adeguata terapia antiaritmica e anticoagulante riduce significativamente il rischio embolico e di conseguenza anche l’ictus cerebrale fino ai due terzi dei casi.
La fibrillazione atriale può essere suddivisa in tre tipologie:
parossistica: se l’aritmia termina spontaneamente
persistente: se ha bisogno di un trattamento farmacologico o elettrico per essere interrotta
permanente: se ha una durata superiore ai dodici mesi.

In Italia l’incidenza della fibrillazione atriale parossistica è di circa il 20 %, della persistente circa il 24 %, della permanente circa il 55 %.  I tre quarti dei pazienti sono sintomatici mentre nel 25 % percento l’aritmia è totalmente silente. Nel 75 % dei casi la fibrillazione atriale si associa a malattie strutturali del cuore, mentre nel 25 % si osserva nei cuori strutturalmente sani.